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Come aprire un e-commerce diretto o indiretto: guida normativa e fiscale

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aprire un e-commerce

Come aprire un e-commerce: Questa breve guida tematica spiega come aprire un’attività di commercio elettronico diretto o indiretto per quanto riguarda gli  aspetti fiscali, contabili e amministrativi.

In particolare tratterò:

A livello normativo il commercio elettronico si divide in:

  • commercio elettronico diretto – in cui il procedimento di acquisto avviene interamente tramite internet e il bene-servizio digitale è immediatamente reso disponibile all’acquirente per il download, senza intervento umano o con un intervento umano minimo (es.: mp3, app, e-book, PDF, foto/video, corsi di formazione fruibili immediatamente)
  • commercio elettronico indiretto – in cui il procedimento di acquisto avviene in parte tramite internet (ordine iniziale ed eventuale pagamento anticipato), mentre il bene è reso disponibile all’acquirente tramite spedizione fisica.

Il commercio elettronico, salvo il remoto caso in cui si operi mediante un’attività temporanea e decisamente limitata nel tempo, nella stragrande maggioranza dei casi è a tutti gli effetti un’attività continuativa, svolta professionalmente e in modo organizzato (i.e. sito web), per la quale è necessario aprire una posizione ai fini fiscali, amministrativi e previdenziali.

Premessa (non fiscale) seria*

Hai intenzione di aprire un e-commerce? Prima di passare agli aspetti amministrativi, fiscali e contabili … ascoltami!
Corsi, libri, webinar propongono facili successi nel mondo dell’e-commerce e del dropshipping, ma non è così!
NON basta installare una piattaforma a costo zero o quasi, come Prestashop, WooCommerce, Magento e poi
NON basta contattare uno o più fornitori, magari un dropshipper per non avere magazzino ma con un catalogo completo per vendere qualsiasi cosa
NON basta collegare il negozio ad Amazon, eBay e altri marketplace
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Fai dropshipping solo a determinate condizioni e non per prodotti “qualsiasi”.
Altrimenti lascia perdere, il gioco non vale la candela. Non essere come il 95% degli e-commerce italiani

* liberamente ispirata da un commento di Fulvio Sarao

Come aprire un e-commerce: l’inizio attività

In estrema sintesi, gli adempimenti obbligatori per iniziare un attività di commercio elettronico indiretto, sotto forma di ditta individuale o società di persone o società di capitali, sono:

la Comunicazione Unica d’Impresa (cosiddetta ComUnica) che comprende:

  • Attribuzione della Partita Iva c/o Agenzia delle Entrate (con indicazione del sito internet su cui viene svolta l’attività di commercio elettronico)
  • Iscrizione e inizio attività al  Registro delle Imprese [spese: da 81 a 94 € tra diritti, bolli, tariffa, per un’impresa individuale] + indirizzo PEC obbligatorio [spese: a partire da 6,10 €]
  • Iscrizione (o non iscrizione, se del caso) all’INPS – Gestione Commercianti (contributi previdenziali)
  • Segnalazione Certificata di Inizio Attività– c/o Comune (commercio al dettaglio) – con regolamenti e requisiti variabili a seconda del Comune/Regione [diritti di segreteria variabili da 0€ a 100 €] + c/o U.S.L. (per vendita di beni alimentari) – c/o Camera di Commercio (commercio all’ingrosso)

A seconda dell’attività svolta saranno necessari eventuali requisiti professionali oltre ai requisiti morali (come per la vendita di prodotti alimentari) o ulteriori comunicazioni/adempimenti: ad es.: la cosiddetta “licenza fiscale” (U.T.I.F.) per la vendita di prodotti alcolici, oppure l’iscrizione al VIES per chi compra o vende beni/servizi da operatori residenti nell’Unione Europea.

Secondo il D. Lgs. 222 del 2016, chi svolge già un’altra tipologia di attività soggetta a SCIA, non è tenuto a presentare un’autonoma SCIA per il commercio elettronico se l’attività di commercio elettronico è accessoria a quella principale. Ad esempio, è il caso di esercizi di vicinato che utilizzano il commercio elettronico come modalità accessoria alla vendita diretta in negozio o bar / ristorante, magari durante il periodo di sospensione per l’emergenza sanitaria Coronavirus.

Inoltre, entro 30 giorni dall’inizio dell’utilizzo di imballaggi (praticamente da quando si inizia a vendere tramite e-commerce), è necessario iscriversi al COnsorzio NAzionale Imballaggi (CO.NA.I.).

Come aprire un e-commerce: particolarità

L’eventuale iscrizione all’INAIL è prevista solamente per le imprese commerciali con dipendenti.

Quanto sopra va effettuato indipendentemente dal regime fiscale scelto, dalla tipologia di soggetto (ditta individuale o società) o dal fatto che si operi con in proprio oppure in dropshipping. Quanto sopra vale anche per chi effettua commercio elettronico diretto (es. mp3, app, e-book, foto/video, corsi di formazione fruibili immediatamente). Per quanto riguarda la SCIA è opportuno verificare se il Comune – SUAP competente ne richiede la presentazione. Per esempio richiedono la SCIA: SUAP del Basso Biferno, Padova, Ostuni.  

Per il commercio elettronico diretto e il commercio elettronico indiretto, se si effettuano operazioni oltre soglia verso clienti privati UE (soggette ad IVA nel Paese del cliente privato) sarà necessario aderire al regime opzionale OSS (One Stop Shop), oppure identificarsi in ogni Paese in cui si vende.

Soglie per le vendite a distanza prima del 30 giugno 2021

Per il solo commercio elettronico indiretto, in precedenza era necessario identificarsi direttamente ai fini IVA in ogni Stato Membro qualora si superassero determinati volumi di fatturato per anno solare, che variavano da Stato a Stato, da un minimo di € 25.305 a € 100.000.  
Questo erano o limiti di fatturato per anno solare per le vendite a distanza (aggiornati a luglio 2019):

Stato Membro Valuta nazionale Equivalente in €
Austria € 35.000
Belgio € 35.000
Bulgaria 70.000 лв. € 35.791
Cipro € 35.000
Croazia 270.000 kn € 36.501
Danimarca kr 280.000 € 37.510
Estonia € 35.000
Finlandia € 35.000
Francia € 35.000
Germania € 100.000
Grecia € 35.000
Irlanda € 35.000
Italia € 100.000
Lettonia € 35.000
Lituania € 35.000
Lussemburgo € 100.000
Malta € 35.000
Paesi Bassi € 100.000
Polonia 160.000 zł € 37.712
Portogallo € 35.000
Regno Unito £70.000 € 78.022
Repubblica Ceca 1.140.000 Kč € 44.744
Romania 118.000 lei € 25.305
Slovacchia € 35.000
Slovenia € 35.000
Spagna € 35.000
Svezia 320.000 kr € 30.346
Ungheria € 35.000

Fonte

Soglia per le vendite a distanza dal 1° luglio 2021

Dal 1° luglio 2021 se si effettuano operazioni verso clienti privati UE (soggette ad IVA nel Paese del cliente privato) oltre la soglia complessiva di 10.000 € durante l’anno (e nell’anno precedente), sarà necessario aderire al regime opzionale OSS (One Stop Shop), oppure identificarsi in ogni Paese in cui si vende. Si rinvia all’articolo dedicato per maggiori dettagli sul limite.

Come aprire un e-commerce: il regime fiscale

Dal 2016 è possibile optare per un regime fiscale agevolato, detto “regime forfettario“, che prevede, per attività di commercio elettronico:

  • ricavi (lordi) annui fino a 65.000 € (dal 2019)
  • percentuale di redditività del 40% sui ricavi – e di conseguenza costi forfettari per il 60% dei ricavi
  • esonero da tenuta contabilità,IVA, IRPEF, IRAP, studi di settore, comunicazione polivalente (spesometro/blacklist)
  • imposta sostitutiva del 5% per i primi 5 anni di attività oppure del 15% (successivamente o per chi già in attività ha i requisiti per entrare nel regime forfettario)
  • contributi previdenziali (gestione commercianti), riducibili del 35%.
  • possibilità di effettuare operazioni intra-comunitarie e import/export verso operatori extra-UE
  • 20.000 € max per compensi a dipendenti / collaboratori
  • in presenza di redditi di lavoro dipendente o assimilato, redditi per 30.000 € max

In alternativa, in mancanza dei requisiti di ingresso, o per opzione, si dovrà adottare il regime ordinario IRPEF, IVA e IRAP. Il regime IRPEF ordinario può risultare più conveniente in presenza di:

  • basso margine – ricarico sul prezzo di acquisto
  • acquisti in inversione contabile (da soggetti esteri o per particolari categorie di beni da soggetti italiani)
  • possibilità di fruire di detrazioni – deduzioni IRPEF

Consulenza specialistica

Chiedendoci una consulenza personalizzata potremo valutare la convenienza di un regime fiscale rispetto all’altro

Come aprire un e-commerce: l’inquadramento previdenziale

Per chi esercita attività commerciale (in mancanza di altre coperture previdenziali per attività prevalenti) l’importo dei contributi previdenziali fissi (minimali) della Gestione Commercianti è pari, per il 2020, a:

  •  € 3.850,52 (3.843,07 IVS + 7,44 maternità) suddivisi in 4 rate uguali di € 962,64 (da versare il 16 maggio, 20 agosto, 16 novembre, 16 febbraio) mentre l’eccedenza dei contributi oltre il reddito minimale di € 15.953,00 si versa con l’aliquota del 24,09% in sede di versamento delle imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi.

Reddito minimale significa in parole povere che anche per redditi inferiori a € 15.953, i contributi previdenziali vanno versati comunque in misura fissa (3.850,52).

Chi adotta il regime forfettario dal 1° gennaio 2016 può optare, come detto sopra, per una riduzione del 35%, sia sui minimali che sulle eccedenze. Pertanto può versare un contributo minimale fisso di € 2.510,45 (2.503,01 IVS + 7,44 maternità) in 4 rate uguali di € 627,62. La riduzione per le eventuali eccedenze sarebbe equivalente al versamento con un aliquota del 15,66%.

Come aprire un e-commerce: esoneri dalla fatturazione e certificazione dei corrispettivi

  • Per il commercio elettronico indiretto è previsto l’esonero dall’emissione di fattura (se non richiesta preventivamente dal cliente) e dalla certificazione dei corrispettivi mediante scontrino o ricevuta fiscale, secondo l’articolo 2, lettera oo), del D.P.R. 696 del 1996.
  • Per il commercio elettronico diretto l’esonero dall’emissione di fattura (se non richiesta preventivamente dal cliente) e dalla certificazione dei corrispettivi (per clienti italiani), è stabilito – per le fatture – dall’articolo 22, numero 6-ter), del D.P.R. 633 del 1972 (introdotto di recente dal D.Lgs. 42 del 2015) e – per la certificazione dei corrispettivi – dal D.M. MEF 27 ottobre 2015 . Per i clienti comunitari (privati) bisogna verificare l’obbligo di fatturazione per ogni Stato Membro. In particolare sono soggette a obbligo di fatturazione le vendite in:
    • Croazia
    • Cipro
    • Lituania
    • Slovenia
    • Spagna

Sul sito della Commissione Europea è possibile consultare un motore di ricerca relativamente alle regole di fatturazione Stato per Stato.

  • Per chi usufruisce degli esoneri sopra elencati, il Decreto Ministeriale del 10 maggio 2019 e del 24 dicembre 2019 del Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno previsto ulteriormente l’esonero dalla memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi (ovvero non è necessario dotarsi di Registratore Telematico).

Gli importi delle vendite giornaliere vanno comunque annotati sul registro dei corrispettivi. Di seguito potete scaricare un modello Excel o Google Docs per gestire il registro corrispettivi (impostato per il regime forfettario, ma personalizzabile secondo le esigenze):

Articolo originariamente pubblicato l’11 settembre 2018 ed aggiornato al 14 gennaio 2021.

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